Mutuo soccorso in Salutetica per affrontare la carenza di farmaci
Come sopperire a carenze ministeriali come il mancato approvvigionamento di farmaci vitali per la cura delle patologie osteoarticolari, in un Paese civile come l'Italia. Il Mutuo soccorso di Salutetica è un umile ma efficace esempi.
UMANISTICO SPIRITUALEMEDICO SCIENTIFICO
Ezio Sblendorio
10/13/20252 min read


In un tempo in cui le relazioni umane si fanno più fragili e lo stato sociale arretra, cresce con urgenza la necessità di ritessere reti di mutuo aiuto e solidarietà tra amici e vicini. La solitudine, la precarietà dei servizi pubblici e i tagli al welfare lasciano spesso le persone più vulnerabili — anziani, feriti, chi convive con patologie croniche — senza l’assistenza necessaria: è qui che nascono e si rendono indispensabili gruppi informali di supporto, comunità di base pronte a condividere risorse, conoscenze e tempo.
Una delle criticità più dolorose degli ultimi mesi riguarda la carenza di farmaci cortisonici depot fondamentali per il trattamento delle patologie osteo-articolari: Depo‑Medrol 40 mg, Kenacort 40 mg, Lido Depo Medrol 40 mg. Medicinali che fino a poco tempo fa erano addiritura dispensati dal SSN, stanno diventando introvabili per settimane e mesi, con conseguenze gravi per la qualità della vita di molti anziani e persone traumatizzate. Dolore cronico, ridotta mobilità e sofferenza evitabile si allungano quando terapie consolidate vengono interrotte o ritardate.
Di fronte a questa emergenza, la risposta della società civile può fare la differenza. La Fondazione Salutetica ha scelto di attivare una rete solidale transfrontaliera per reperire i farmaci necessari dalla vicina Svizzera, non a fini commerciali ma esclusivamente per far fronte alle necessità più impellenti. Si tratta di un’azione motivata dal principio di cura e di responsabilità comunitaria: grazie all’impegno di volontari, professionisti e semplici cittadini che operano anche a proprie spese, sono state alleviate situazioni critiche senza chiedere nulla in cambio.
Questo esempio mette in luce due aspetti complementari. Da una parte, la denuncia legittima e urgente di una falla nel sistema di approvvigionamento e di un welfare che non riesce più a garantire continuità terapeutica. È un richiamo alle istituzioni perché intervengano con misure tempestive, trasparenti e durature per evitare che la salute dei più deboli diventi ostaggio di carenze logistiche o di approvvigionamenti. Dall’altra, la gratitudine dovuta a chi, in silenzio e con dedizione, costruisce soluzioni di emergenza: associazioni, gruppi di mutuo soccorso, volontari che dimostrano come la solidarietà concreta sia ancora possibile e vitale.
I gruppi di amicizia e i circuiti di mutuo aiuto non sostituiscono lo Stato, ma colmano spazi che oggi rimangono scoperti. Essi offrono non solo beni materiali — come farmaci o supporti per la mobilità — ma anche ascolto, compagnia e cura quotidiana. Per questo vanno valorizzati, sostenuti, regolamentati con percorsi che ne garantiscano la sicurezza e la trasparenza, senza criminalizzarne l’operato quando agiscono per il bene comune.
Invitiamo istituzioni, operatori sanitari e cittadini a considerare due impegni immediati: lavorare a soluzioni strutturali per evitare nuove carenze e riconoscere e supportare le reti di solidarietà che oggi mitigano i danni più evidenti. Nel mentre, è doveroso ringraziare chi, come la Fondazione Salutetica e tutte le persone coinvolte, si adopera per recuperare farmaci e attenuare la sofferenza — un gesto che testimonia come, anche in tempi difficili, la cura reciproca resti il cuore di una comunità civile.
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